Forse il clima uggioso di questi giorni con nebbia e buio molto presto, mi hanno portato a riflettere sull’ultimo giorno del “percorso terreno”. Allegria!!!
So benissimo, ne sono cosciente che debbo vegliare perché non conosco né il giorno e l’ora…..
Ma allora questo cosa vuol dire che devo vivere alla giornata? Al famoso "carpe diem"?
Non posso fare progetti a lungo termine, i sogni sono finiti? E’ vero si potrebbe stare su questa terra ancora un minuto, un giorno, un anno, cento anni (esagerato!!!).
La cosa saliente non è quanto vivrai ma come vivrai, e qui emerge la distinzione tra tempo e vita.
Il tempo è il periodo che intercorre dalla nascita alla morte. La vita è ben altra cosa; hai vissuto solo quando hai dato un significato alla tua esistenza seguendo gli insegnamenti di Gesù ed alla continua Sua ricerca.
Semplicissimo vero? C’è di mezzo solo la conversione, la vera conversione!
Sappiamo che non siamo noi a convertirci, ma “veniamo convertiti”. Noi dobbiamo metterci in ascolto, nella condizione ideale, affinché Dio possa operare in tal senso.
Ed ancora: la conversione è vero che, per la quasi totalità dei casi, deve necessariamente passare attraverso la sofferenza??
Rispondo in modo affermativo senza però sapere il perché del “per crucem ad lucem”.
Posso solo capire, unendo alla fede la ragione, che dobbiamo restituire a Nostro Signore le sofferenze da Lui patite sulla croce, per tutti noi e per la nostra salvezza.
Non può esistere la vera conversione, quella intesa da San Paolo, senza sofferenza?
Ma quei bimbi che muoiono dopo pochi giorni di vita,quelli che ogni giorno muoiono di fame, oltre a procurare estrema sofferenza ai loro cari, sono la drammatica dimostrazione che, l’umanità, nonostante ogni bella parola, continua a scegliere le tenebre?
Ha detto Benedetto XVI nell’udienza dello scorso mese di Aprile:
“La morte di Cristo richiama il cumulo di dolore e di mali che grava sull’umanità di ogni tempo: il peso schiacciante del nostro morire, l’odio e la violenza che ancora oggi insanguinano la terra. La passione del Signore continua nella sofferenze degli uomini.
Come giustamente scrive Blaise Pascal, "Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo; non bisogna dormire durante questo tempo" (Pensieri, 553).
Detto questo, cari amici, vi abbraccio augurandomi qualche vostro commento al riguardo.
Ciao, ciao.
Gianfranco