Con Cristo sino alla fine

Con Cristo sino alla fine

I Stazione

Permettici, Bernadette, di essere tu a guidarci spiritualmente nella “Via della Croce”.

Siamo giunti alla prima stazione: Gesù è condannato a morte.
Assistiamo ad un processo, al processo della “Vita”.
C’è un tizio che dice al giudice: <<E’ meglio che muoia uno per il bene della gente>>.
E il giudice risponde: <<Non trovo in Lui nessuna colpa>>.
Ed anche la folla insiste: <<A morte Costui>>.

Bernadette, spiegaci il perché di tanta crudeltà?
Costoro volevano che Gesù cacciasse i romani da Israele.
Si aspettavano una guerra da Lui in quanto figlio di Dio.
Ma Gesù la guerra che fece non fu come se l’aspettavano gli ebrei, ma una guerra silenziosa che aveva come arma l’incontro di Dio con gli uomini attraverso la diffusione dell’amore.

Anch’io (Bernadette ma tutti coloro che si sentono condannati) mi ritrovo in questa scena della via Crucis.
Gesù è stato condannato a morte, io sono stata condannata alla “pazzia”.
Si, mi hanno dichiarato pazza le persone che mi circondavano, familiari e non, all’inizio delle apparizioni della Vergine Immacolata.

Ricordatevi sempre che le condanne verso gli innocenti producono ferite all’anima e che solo con l’amore del Padre e del Figlio e la consolazione dello Spirito Santo si possono risanare.
Questa è la sola medicina:l’amore dell’uno verso l’altro.

Lourdes 24 Agosto 2007

Questa è la mia riflessione alla prima stazione della Via Crucis animata dagli Stager dell'Unitalsi a Lourdes

A volte amare richiede tanto coraggio e riuscire ad andare oltre è molto difficile....guardare negli occhi le persone e non ascoltare le condanne ipocrite è difficile....ma è il dover di ogni crisitiano riuscire a farlo....basta sfogliare un giornale per renderci conto che siamo tutti pronti a scagliare la pietra contro il nostro prossimo....

....mi ha molto colpito la tua riflessione....

VERO Francesco hai proprio raggione

Mi domando perche tutti noi siamo pronti a giudicare, a volte se potessimo pure pronti ad ammazzare una persona, senza sapere se a commesso quem peccato, con quale diritto. queste sono le domande che tutti noi "lo spero" ci poniamo che pero ancora non siamo in grado di dare un risposta.


magari una risposta esite solo che noi non vogliamo adoperarla, dovremo essere piu coerenti in quello che facciamo ma soprattutto essere sinceri verso il prossimo, cosi si eviteranno sofferenze inituili.

Francesco sei un grande

E' la natura dell'uomo.. quella di schierarsi sempre, quella di scegliere tra innocentisti e colpevolisti!
La profondità del gesto secondo me, non è da cercarsi nell'aver messo Cristo in croce, ma l'essersi ravvisati del gesto.. e qui la vita di tutti i giorni, quante volte giudichiamo come dice Andrea e poi siamo così vigliacchi da non riconoscere i propri sbagli??

Penitenza, penitenza, penitenza.. pentiamoci per quello che facciamo, Dio avrà sempre parole di sostegno per il figlio che perduto, si è ritrovato.

Piero